Chiesa di Sant'Antonio Abate all'Esquilino

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  • Tipo: Chiesa
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All’inizio di Via Carlo Alberto venendo da Piazza Santa Maria Maggiore, si trova sulla sinistra la chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate. Fondata nel luogo dove già esisteva la scomparsa chiesa di Sant’Andrea Cata Barbara, faceva parte di un complesso ospedaliero edificato nel XIII secolo per curare i malati del Fuoco di Sant’Antonio. Il portale romanico che introduce alla chiesa proviene verosimilmente dall’ospedale. L’intero complesso fu rimaneggiato e ampliato nei secoli successivi, fin quando, nel XVIII secolo, assunse l’aspetto attuale. Lo stesso si può dire dell’interno basilicale a tre navate dove si trovano opere di diverse epoche. Accanto alla chiesa, nell’area dell’antico ospedale, vi è il Seminario Pontificio di Studi Orientali. 

La parola agli scrittori

Wolfgang Goethe nel suo Ricordi di viaggio in Italia del 1876 descrive la cerimonia della Benedizione degli animali:
“Ieri, festa di S. Antonio abate, abbiamo passata una giornata piacevole; faceva un tempo stupendo, nella notte aveva bensì gelato, ma la giornata fu limpida, tiepida.È d’uopo notare che tutte quante le religioni le quali vennero diffondendo le loro dottrine ed il loro culto, furono condotte, in certo modo a far partecipare gli animali pure, ai loro favori spirituali. S. Antonio abate, ovvero vescovo, si è il patrono dei quadrupedi, e la sua festa si può dire giorno di saturnale per quelle povere bestie, condannate di frequente alle più dure fatiche, non meno che per gli uomini i quali le guidano, e le governano. Tutti i padroni devono oggi starsene in casa, ovvero uscire a piedi, e non si manca di narrare storielle curiose delle disgrazie capitate a ricchi miscredenti, i quali si arrischiarono a costringere i loro cocchieri ad attaccare i cavalli alla carrozza, in questo giorno. La chiesa del santo sorge su una vasta piazza, d’ordinario poco meno che deserta, ma oggi animatissima, popolata di cavalli e di muli, i quali, stupendamente ornati di nastri intrecciati alla coda ed alla criniera, vengono portati davanti alla piccola cappella, la quale trovasi a poca distanza dalla chiesa, dove un sacerdote, armato di un poderoso aspersorio, prodiga a quelli vispi animali l’acqua benedetta, che toglie da un vasto recipiente, cacciandola loro talvolta addosso con tant’impeto, ed in tanta quantità, da farli imbizzarrire. I cocchieri devoti offrono candele di maggiore o di minore peso; i padroni mandano limosine, regali, onde ottenere che quegli animali che sono loro di tanta utilità, vadino per l’anno immuni da ogni disgrazia. Prendono la loro parte pure a questa distribuzione d’acqua santa gli asini, e gli animali cornuti, i quali non sono punto tenuti in minor pregio degli altri, dai loro possessori.
Dopo avere goduto alquanto di questo spettacolo unico, femmo una lunga passeggiata sotto un cielo limpidissimo ed attorniati da oggetti interessantissimi, ai quali non porgemmo questa volta grande attenzione, abbandonandoci tutti al gusto di prenderci spasso, di divertirci.”

Chiesa

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