I portici di Piazza Vittorio

  • Tempo stimato: h 0:05
  • Tipo: Monumento storico; Piazza
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I portici costituiscono l'elemento caratterizzante dell’immagine di Piazza Vittorio. Già nella primitiva ideazione nel 1881 era stato previsto che la piazza fosse "decorata con grandiose fabbriche e comodi porticati in tutto il suo perimetro", "aperti e liberi come se fossero strade della città".
L’attuale pavimentazione in “bollettonato alla genovese”, fu realizzata in sostituzione di quella primitiva in asfalto nel 1939 dalle ditte Bessio&FormicaRimassa.
La fisionomia dei portici, luogo commerciale di passaggio e di accoglienza, si è modificata nel tempo seguendo le trasformazioni della città e della piazza. Nella primavera del 2020 sono state rimosse le bancarelle che vendevano merci di vario genere a basso prezzo. I portici e le diverse attività che vi si svolgono, hanno dato spesso spunto a diversi autori, che hanno ambientato i loro testi nell’Esquilino.

La parola agli scrittori

Fabio Bussotti ne Il cameriere di Borges del 2012, traccia un quadro di vita dai tavolini di un bar sotto il portico angolo via Buonarroti:
“Andò a sedersi a uno dei tavolini all'aperto del bar tabacchi sotto i portici di Piazza Vittorio… A pochi passi da lui un ragazzo negeriano vendeva cinture in pelle, e un pakistano magro e un po’ patito, occhiali da sole a cinque euro il paio. Una signora anziana con in testa un foulard color oro leggeva i tarocchi appollaiata su un seggiolino minuscolo, vicino all'ingresso della farmacia.”

Chiara Rapaccini in Amori sfigati del 2020 descrive le notti inquiete dei barboni che passano lì la notte:
“Sotto i portici…dormono a decine barboni nostrani e clandestini che non trovano posto nei centri di accoglienza di periferia, strapieni, tristi. Piccoli lager dove sei costretto a rientrare alle diciotto e la sera non finisce mai, abbarbicati sulla brandina di ferro. Qui almeno la mattina ti svegli in pieno centro (il mercato più multietnico della città è a due passi) e un caffé caldo e un panino con la provola lo si rimedia sempre. E poi ci siamo noi, gli angeli della notte...che portano cibo e conforto agli sfrattati della vita. ... "Ciao Mario, che serata fredda." "Ciao Giada, come te la passi? Mi hai portato la crostata? La mangiamo insieme? Poi quasi quasi dormo, la notte scorsa è stata un disastro, mi hanno alluvionato gli idranti dell'AMA. Gli spazzini, o non puliscono mai, o ti fanno fuori con i getti d'acqua".

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