La Centrale Montemartini, custode dei tesori dell’Esquilino

  • Tema: Storia; Museo

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Informazioni storia

Nel percorso museale della Centrale Montemartini, dove le opere sono raggruppate in ordine cronologico secondo la provenienza, ci si imbatte nelle opere provenienti dall’Esquilino sin dalla prima sala, la Sala Colonne, che ospita corredi, affreschi e decorazioni di sepolcri, che ci ricordano la vocazione cimiteriale dell'Esquilino in epoca repubblicana, prima di essere trasformato in epoca imperiale in luogo di ville. In questa sala si segnalano, oltre alla cista in peperino (uno dei più antichi reperti del museo) e alla cassa funebre, i ritratti dei due coniugi dal sepolcro di Via Statilia e il ritratto di Eurisace e sua moglie dal sepolcro a Porta Maggiore; Importanti frammenti di affreschi esemplificano la decorazione della cosiddetta Tomba Arieti e della Tomba dei Fabii.
La trasformazione dell’Esquilino in zona di lusso è testimoniata nell’ultima sala, la Sala Caldaie, dove la tinta verde ricorda gli Horti che fiorirono nella zona in età imperiale. Intorno al grande mosaico di scene di caccia proveniente dalla zona di Santa Bibiana, sono esposte diverse sculture (Magistrato Anziano, Magistrato Giovane, Satiro Danzante, Dioniso con Pantera, Ragazza seduta) provenienti da un ninfeo degli Horti Liciniani, il cosiddetto Tempio di Minerva Medica. La misteriosa scultura che rappresenta la musa Polimnya, è stata rinvenuta in un territorio che non appartiene più al Rione Esquilino, ma proviene dagli Horti Spei Veteris, la vasta proprietà di Eliogabalo che occupava buona parte dell’Esquilino, estendendosi da Porta Maggiore all’attuale Santa Croce in Gerusalemme e oltre.
Ancora proveniente dagli Horti Lamiani è la sontuosa tazza marmorea decorata a girali d’acanto proveniente dagli scavi fatti dopo il 1870 tra piazza Dante e via Ariosto.

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