Horti Lamiani

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  • Tipo: Sito archeologico

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Gli Horti Lamiani appartenevano al console Lucio Elio Lamia e occupavano un terreno che si espandeva dall’estremità meridionale dell’attuale piazza Vittorio Emanuele II fino a piazza Dante e anche oltre.
Alla morte di Lucio Elio Lamia la proprietà passò alla famiglia imperiale; fu Caligola ad eleggerla come residenza e a renderla sontuosa al punto di nominarla Domus aurea di Caligola. Negli Horti trovavano posto edifici di diverso uso, tutti decorati splendidamente e circondati da giardini con rare specie botaniche e animali provenienti da luoghi lontani. Il cuore del complesso residenziale era una piazza forense circondata da mura dipinte con scene marine. Un luogo così tanto amato dall’imperatore, che le sorelle vi portarono il suo corpo trucidato dai pretoriani. Sotto il suo successore, la proprietà fu riunita ai confinanti Horti Maiani e posta sotto il controllo di un soprintendente.
In periodi successivi furono aggiunti altri edifici come il Ninfeo Alessandrino, noto con il nome di Trofei di Mario e visibile nei giardini di Piazza Vittorio.
I primi scavi compiuti nell'area degli Horti Lamiani risalgono alla fine del XIX secolo e riportarono alla luce i resti di un vasto ed articolato complesso edilizio. Dall'analisi delle notizie d'archivio e delle piante dei ritrovamenti confluite nella preziosa e monumentale Forma Urbis Romae di Rodolfo Lanciani è possibile tracciare un quadro approssimativo dello sviluppo edilizio della villa.

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